Gli Altri Siamo Noi

Non più soli

Secondo appuntamento con le “interviste dal territorio”, la seconda associazione a rispondere alle nostre domane è Mille Soli di Reggio Emilia, per approfondire v’invitiamo a visitare il loro sito. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 11 marzo con l’associazione Amici della Zizzi di Livorno.
Qual è stata la “scintilla” che ha portato alla fondazione della vostra associazione e quali sono i suoi fini principali?
La “scintilla” è proprio il caso di dirlo è stata l’esplosione della centrale di Cernobyl. Il nostro comune nel 1999 ha chiesto se famiglie reggiane se la sentivano di ospitare dei bambini che provenivano da una di queste zone. Allora scelsero Tula in Russia. Peccato che l’anno dopo non vollero ripetere l’iniziativa e così si formo’ l’associazione MilleSoli onlus. Da allora abbiamo continuato ad ospitare bambini dai 9 anni in su aiutandoli a non rimanere soli perché anno dopo anno siamo passati da famiglie disagiate ad orfanotrofi e i bambini/ragazzi che ospitiamo adesso sono orfani o con famiglie senza la patria potestà o ragazzi affidati alle case famiglie (la “moda” che ha preso piede da qualche anno in Russia per svuotare gli orfanotrofi). Noi puntiamo alla continuità dell’ospitalità e teniamo i contatti tutto l’anno affinché questi ragazzi non si sentano più soli (il doppio significato di questa parola ha dato il nome MilleSoli o Non Più Soli).

La rubrica “gli altri siamo noi” va alla ricerca delle piccole realtà sociali e solidali della penisola, essere “piccoli”  – e quindi con un raggio d’azione in un territorio circoscritto – comporta vantaggi o svantaggi?
Nel nostro caso è un grosso svantaggio, da quando soprattutto c’è la crisi, pochi hanno “voglia” di aiutare i bambini Russi. Ma noi abbiamo iniziato appunto dal 1999 e adesso di punto in bianco dovremmo abbandonare ragazzi che vengo qui da allora? Non ci sembra giusto e nel nostro piccolo ci diamo da fare per continuare il nostro progetto di accoglienza. 

Quale progetto e/o attività può essere definito il vostro “fiore all’occhiello” e quale sperate di tirar fuori un giorno dal cassetto?
Non ci sono progetti o attività speciali, noi semplicemente accogliamo questi ragazzi nelle nostre famiglie e cerchiamo di farli star bene. Durante l’anno almeno una volta li andiamo a trovare e il resto del tempo li contattiamo per fargli sentire la nostra presenza. A volte l’orfanotrofio ci chiede di aiutarli in qualche difficoltà ma siamo piccoli e più di tanto non possiamo fare (abbiamo comprato tappeti, accappatoio, scarpe, frigoriferi ecc…. quest’anno ci chiedono aiuto per alcuni ragazzi con handicap, hanno bisogno di un montascale ma non abbiamo la possibilità e per il momento abbiamo mandato 2.000 euro).
Purtroppo anche le famiglie sono sempre meno e diventa ogni anno più dura poterli portare da noi. Ci piacerebbe tantissimo avere un pulmino per portarli in giro il mese di Luglio quando arrivano, ci piacerebbe portarli 2-3 gg al mare, ci piacerebbe un appartamento dove poter ospitare quei 3-4 che ogni anno dobbiamo escludere perché non abbiamo le famiglie. Sembrano piccole cose ma non è così. Per un’associazione come la nostra ogni traguardo è un vero calvario.

Bradipodiario è un progetto che fa della lentezza, della sobrietà, della solidarietà, dell’ironia i suoi punti di riferimento, quali sono i vostri?
I nostri sono la bellezza di trovare ogni anno una famiglia nuova che ti fa capire che c’è ancora qualcuno che come te crede che la solidarietà sia una bella cosa.

Per terminare l’intervista… poneteci una domanda – vi risponderemo sul blog – e lasciamo uno “spazio bianco” per raccontarci quello che preferite…

Perché non dovremmo aiutare i ragazzi russi che vivono in orfanotrofio? Perchè la Russia non ne ha bisogno?  Perché non dovremmo aiutare i ragazzi che escono dell’orfanotrofio quando hanno 16-18 anni? Sono vissuti senza una famiglia, senza una guida, non sanno neanche come si spendono i soldi, come fare a far la spesa, cosa gli serve davvero, come si deve stare in una casa, come lavare, come stirare… Hanno molto più bisogno loro di essere aiutati perché questo circolo vizioso si interrompa.

E’ vero adesso la crisi è qui, ma abbiamo visto in tanti anni che più si è poveri e più si è disposti a donare. Più si è ricchi e meno si è disposti ad aiutare. Fra le nostre famiglie almeno è così. Non vogliamo dire che è sempre così ma chi dona per il terremoto, per lo tsunami, per telethon, per l’oncologia…. dona anche per noi. Perché la bontà ce l’ha nel cuore e non fa distinzione se siamo bianchi o neri ma ascolta le nostre storie e nel momento in cui è disposto ad ascoltare sappiamo già che anche solo 1 Euro ma ce lo darà. Perché è la conoscenza e la consapevolezza che cambia le persone. Non servono mille euro dati da uno, serve 1 Euro dato da tanti e 1 Euro tanti se lo possono permettere, basta rinunciare una volta al caffè e di associazioni piccole come la nostra se ne possono aiutare davvero tante. Voi cosa ne pensate? Mirca Zacchetti 
 
Pensiamo che il vostro pensiero sia totalmente condivisibile, è invitiamo i nostri lettori ad aiutare associazioni come la vostra che fanno della parola “solidarietà” – spesso abusata – qualcosa di concreto. Ci permettiamo di darvi un suggerimento – se è già una vostra prassi scusateci – mettevi in rete tra realtà che si occupano della stessa tematica, l’unione fa la forza! La redazione di bradipodiario
Leggete tutte le interviste dal territorio de GLi Altri Siamo Noi:
Officina Trentatre



One Response to “”

  1.   Sergio Says:

    Premetto che il progetto di MilleSoli è encomiabile, mi chiedo come si faccia ancora a sostenere il nucleare, e credo anch’io che l’unica cosa è fare rete.

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